La ricerca e lo sviluppo dei linguaggi visivi ha influenzato tutta la comunicazione dagli albori fino ai giorni nostri.
Infatti, l’uomo ha cominciato molto presto a produrre immagini e a modificarle in modo da aumentare la loro efficacia rappresentativa.
Nella vita quotidiana capita sempre più spesso di incontrare delle immagini stilizzate composte per lo più da disegni grafici e numeri, con il supporto di brevi frasi, per spiegare determinate situazioni o rappresentare dei dati che in forma testuale difficilmente verrebbero lette e comprese.
Si tratta di infografiche: dagli schemi ai sistemi di segnaletica, dalle mappe delle metropolitane alle cartine delle città, sono solo alcuni esempi.
Ed è proprio partendo dalla cartografia, come le mappe disegnate sulle pareti delle grotte già nell’età primitiva, che si palesano i primi esempi di infografica.
Altri esempi moderi sono le tabelle, i diagrammi di flusso, i grafici, le mappe concettuali, gli schemi a blocchi, gli istogrammi, ecc.
L’infografica – nota anche con i termini inglesi information design, information graphic o infographic – è l’informazione proiettata in forma più grafica e visuale che testuale. Come tecnica è nata dall’incrocio delle arti grafiche con il giornalismo e l’informatica. [Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Infografica]
L’infografica, quindi, viene costruita usando una combinazione di immagini, parole e numeri che operano in un sistema ibrido verbale-visuale, aumentando di gran lunga l’efficacia della comunicazione dell’informazione.
Secondo Andrew Cornell Robinson – artista Americano contemporaneo – “l’infografica filtra l’informazione, stabilisce relazioni, presenta modelli e li rappresenta in modo da permettere al lettore di capire il significato di un’informazione. […] Dalle semplici istruzioni su come assemblare un tavolo, fino alla spiegazione di un’operazione di separazione di gemelli siamesi o di un disastro aereo, i designer, gli educatori, i giornalisti e i comunicatori utilizzano l’infografica per aiutare la loro audience a comprendere le cose in maniera più rapida e semplice”.
Come già accennato, l’infografica è utilizzata soprattutto nei giornali, per invogliare il lettore a non limitarsi a leggere il titolo e a guardare l’immagine che lo accompagna con la sua didascalia, ma ad approfondire l’argomento, spostando lo sguardo sul testo e stuzzicando la lettura.
L’infografica è diventata anche uno strumento di marketing aziendale, non solo per semplificare quei processi di comunicazione complessi, ma anche per rappresentare, ad esempio, trend, successi e bilanci.
Con il diffondersi delle interfacce multimediali, all’infografica statica si è affiancata quella interattiva, in cui il lettore naviga attraverso i dati secondo i suoi interessi. Diffusa soprattutto a mezzo internet nei giornali e delle riviste scientifiche online, offre una possibilità di lettura multi-livello. Mediante una gerarchia informativa accurata, un’infografica animata ben realizzata è in grado di veicolare innanzi tutto le informazioni essenziali, rivolte a un lettore digiuno in materia, e di fornire poi le informazioni più dettagliate che interessano gli specialisti, relegandole in schede separate, campi appositi (visualizzabili per esempio al passaggio del mouse sopra spazi sensibili) link esterni ecc.
[Wikipedia: http://it.wikipedia.org/wiki/Infografica_animata].
La creazione di una buona infografica non significa semplicemente tradurre una tabella di dati in una grafica visiva, ma vuol dire comunicare correttamente il significato dell’informazione.
Perché sia in grado di stimolare l’apprendimento e sia degna di essere ricordata dal target a cui si riferisce, un’infografica deve contenere elementi ben progettati, illustrazioni che richiamano oggetti riconoscibili, leggibili e colorati. Deve quindi racchiudere in sé capacità di sintesi, creatività e carattere virale.
E quando l’infografica supera le barriere della lingua e diventa meta grafica, allora significa che si adatta a tutte le realtà sociali, svincolandosi dal linguaggio scritto. Finalmente l’informazione per tutti, che non ha bisogno di essere tradotta ma che diventa con il suo integrarsi di immagini universalmente riconosciute, di elementi geometrici e di dati numerici, visivamente multilingue.
Per avere una panoramica esaustiva di infografiche, il volume “Information is Beautiful” di David McCandless si presenta in modo davvero interessante ed originale: dalla copertina ai ringraziamenti è un susseguirsi di infografiche di ogni genere [www.informationisbeautiful.net].
Le infografiche sono talmente tanto diffuse da essere ormai diventate una moda.
[Stefania Giuseppetti per AZ Franchising]