Era il 23 aprile 2005 quando Jawed Karim, con lo username “jawed”, pubblicò il primo video di Youtube: “Me at the zoo”, girato di fronte alla gabbia degli elefanti dello Zoo di San Diego, in California. Da allora, nella dieta mediatica, la comunicazione audiovisiva rappresenta una risorsa fondamentale per le aziende.
Frutto dell’integrazione di una molteplicità di linguaggi – immagini, grafica, parole, suoni, musica o addirittura il silenzio – l’audiovisivo è l’esempio più calzante del crossover multimediale.
Perché, se è vero che un’immagine vale più di mille parole, tale esperienza permette di accedere a una quantità d’informazioni nettamente superiore a quella delle immagini fisse, capaci di suscitare emozioni e di influenzare la percezione, la memoria, la capacità di giudizio, di accendere il desiderio e condizionare la decisione all’acquisto. “Il percorso della persuasione si sviluppa più facilmente per le scorciatoie delle emozioni che lungo l’autostrada della ragione” [“La pubblicità” di Annamaria Testa].
Di sicuro il successo del prodotto audiovisivo in rete è indiscusso: rappresenta un modo di comunicare più accattivante, coinvolgente, spettacolare ed emozionale rispetto alla parola o all’immagine statica, ha un forte potere persuasivo e permette di comprendere il messaggio in pochi istanti.
Fino ad un paio di anni fa il canale sovrano per la pubblicazione e creazione di ‘filmati’ e della loro promozione era YouTube, piattaforma di video-sharing che mette a disposizione uno spazio potenzialmente infinito, dalla quale è possibile diffondere il prodotto video sui diversi canali del web. Ma i social network non sono restati a guardare. Infatti, oggi la situazione è cambiata, poiché anche le piattaforme come Facebook, Instagram e Twitter, si sono adeguate, aggiungendo ai loro servizi di social networking la possibilità di pubblicare direttamente contenuti audiovisivi.
Per migliorare l’esperienza, hanno anche inserito importanti novità, come la funzione di editing che offre nuovi modi per modificare i video esistenti. Questa funzione contiene strumenti progettati per rendere semplice e veloce la modifica dei video da parte dell’utente, come il ritaglio automatico, la rifinitura, oppure la sovrapposizione di immagini e testi.
Il passaggio dall’analogico al digitale ha reso potenzialmente illimitato lo spazio di archiviazione dei contenuti, rendendo degni di essere documentati anche gli eventi quotidiani più banali. Eventi che, in tempo reale, è possibile condividere, ad esempio, attraverso le “dirette”.
Ci troviamo di fronte a una cultura partecipativa fatta di scambi informali, di nuove piste d’interazione e, soprattutto, di simultaneità; una forma di big bang culturale, un punto di non ritorno che ha cambiato le sorti dell’advertising.
Ci troviamo di fronte a una società dello schermo: uno spazio che taglia, o rende inesistente, tutto ciò che non rientra nei suoi confini. Che sia quello di un pc, di un tablet o di uno smatphone, passiamo da uno schermo all’altro, e senza più barriere d’accesso, chiunque può utilizzare i contenuti di questa forma espressiva in qualsiasi luogo, spazio e tempo.
L’audiovisivo è la nuova frontiera della comunicazione e della promozione online. E fare content marketing usando i video sarà sempre più importante. Che sia video-brochure di presentazione o video-catalogo, il video online diventa interattivo e si trasforma in una nuova modalità di intrattenimento per i consumatori e una nuova opportunità pubblicitaria per le aziende.
Considerando che il consumatore è in continua evoluzione, l’audiovisivo può essere pensato per una modalità di fruizione in grado di sfruttare le potenzialità comunicative del web e tutte le sue dinamiche partecipative.
Chissà cosa potrebbe accadere se e fosse l’utente ad assumere le decisioni in nome e per conto del protagonista dell’audiovisivo? E se tale interattività fosse trasferita al settore degli spot commerciali, quanti spettatori sarebbero molto più interessati se solo avessero la possibilità di scegliere?
[Stefania Giuseppetti per AZ Franchising]