Le tecnologie, in risposta ai cambiamenti economici e sociali degli ultimi anni, hanno influito notevolmente sulle strategie aziendali e hanno contribuito al passaggio da “la civiltà dell’immagine” a “la civiltà dell’immagine in movimento”.
Di fronte al flusso di informazioni continuo e martellante, oltre a informare, comunicare e coinvolgere, diventa quindi necessario produrre contenuti multimediali che viaggiano in maniera fluida attraverso “tutti gli schermi”: dai computer ai device mobili. La produzione e l’uso di contenuti multimediali rendono la comunicazione molto più ricca e sono in grado di esprimere messaggi sempre più ampi.
I confini tra i vari strumenti, nati autonomi e integri nelle loro definizioni, finiscono per assottigliarsi, producendo vantaggi il cui valore non è dato dalla somma dei mezzi espressivi ma dal risultato di un’integrazione di più codici espressivi contemporaneamente.
In questo scenario, nasce la consapevolezza del valore di una strategia di integrazione multicanale, in grado di creare quel messaggio unico, capace di distinguersi all’interno di una massa indistinta di notizie.
Le marche hanno cominciato a parlare puntando sul loro lato emozionale, attraverso un viaggio tra passato, presente e futuro, fatto di storie e al centro del discorso il potere evocativo della musica e delle immagini in movimento.
Si tratta di una tecnica ispirata al concetto di storytelling che nasce nel campo della letteratura e della retorica, che prende il nome di storytelling management.
“Lo storytelling management è una disciplina ampia e articolata che, basandosi sui principi della narrazione applicata all’impresa, genera un vasto assortimento di strumenti, cartacei, digitali e relazionali che possono essere applicati a diverse aree o funzioni aziendali, come per esempio: principi strategici; brand management; comunicazione integrata; advertising; formazione; product design”.
[Fonte: https://it.wikipedia.org/wiki/Storytelling_management]
L’uomo vive di storie sin da piccolo e il bisogno di inserirsi all’interno di format narrativi è qualcosa che nasce naturale.
Lo storytelling management è uno dei metodi più efficaci del linguaggio audiovisivo che, attraverso il racconto di una storia, è in grado di agire sul piano emotivo, di sedurre e convincere un pubblico a compiere un’azione che, razionalmente, non farebbe.
Così l’azienda si fa “racconto”, per influire positivamente sul legame tra prodotto, marchio, ricordo, acquisto. Ogni azienda, con i suoi prodotti e servizi, è una “storia” unica ed irrepetibile, capace di distinguersi e di creare un vantaggio rispetto ai competitors.
Citando Libaert “prima di essere una tecnica di comunicazione, i racconti sono parte integrante della vita quotidiana di ogni impresa, che si tratti di grandi miti fondatori, (…) di racconti quotidiani che costituiscono la vita sociale dei lavoratori, o dei racconti di finzione in cui l’impresa si mette in scena” [LIBAERT T.- JOHANNES K., op. cit. p. 88, traduzione mia dall’originale francese].
Risulta allora chiaro che la narrazione non è soltanto una questione di letteratura: saperla utilizzare come mezzo di comunicazione efficace apre le porte a nuove possibilità di costruire significati e raggiungere fette di lettori, o di pubblico più ampie.
Come ogni campagna di comunicazione per fare storytelling non si può prescindere da un’attenta analisi delle dinamiche che intercorrono tra brand e target, un’attenta analisi dei propri valori aziendali e della mission, dei mezzi da utilizzare per raccontare una storia. E naturalmente non si tratta solo di storia e di emozioni, ma si tratta anche di una questione di unicità, perché in un mercato così competitivo ognuno ha voglia di acquistare o di regalare un prodotto unico.
E così l’antica arte del narrare si trasferisce nel marketing e “raccontarsi” diventa il modo migliore per stimolare l’esperienza di acquisto.
C’è chi descrive la propria identità attraverso un video, chi lo fa attraverso il sito ufficiale del brand e chi la mostra nel packaging del prodotto.
Il famoso marchio “Gancia” ad esempio sceglie di inserire nel proprio sito una sezione dedicata allo storytelling e chiede ai suoi visitatori di iniziare a viaggiare lungo la storia del marchio, attraverso filmati immagini e manifesti pubblicitari appartenenti agli archivi storici dell’azienda e alla storia del nostro Paese.
Lo storytelling è lo strumento, ormai imprescindibile, per la costruzione di relazioni interpersonali efficaci, durature. Il racconto, da sempre, costituisce l’elemento di unione di una comunità. La sua forza prorompente ha attraversato i secoli fino ad approdare nel mondo digitale e, in particolare, sui social media. Qui la comunicazione si fa più diretta, più simmetrica, partecipata ed interattiva, tanto da arrivare addirittura alla co-creazione di storie o all’incoraggiamento a scriverne per confrontare le proprie esperienze di marca.
[Stefania Giuseppetti per AZ Franchising]